Sadie Benning è un’artista americana davvero a 360° che opera e svolge la sua attività nel campo della pittura, della scultura, del suono, del disegno, della fotografia e del video. E’ proprio per questo motivo che viene definita dai critici come un’artista dell’immagine e del suono. Anche i temi trattati sono profondi e importanti e affrontati con estrema serietà e peculiarità, con molta originalità. Tra questi, degli di nota sono l’identità personale, l’ambiguità, l’intimità, la trasgressione e la forza interiore. Insomma si tratta di un vero e proprio genio della natura, uno di quelli che nascono solo una volta ogni tanto.
La vita di Sadie Benning
Benning è nata nel 1973 e cresciuta nel Wisconsin con la madre, una figura molto importante per la sua vita professionale ed artistica successiva. Abbandona la scuola ancora adolescente a causa del disagio in cui era costretta quotidianamente, soprattutto a causa dell’omofobia che gli era rivolta contro. Inizia fin da bambina a girare video anche come emulazione del padre, insegnante di cinema. Si presenta fin da subito come una ribelle, infatti, ad esempio, critica la prima videocamera regalatagli dal padre perché in bianco e nero. Con il tempo si avvicina a tutte le altre arti sonore e visive in maniera del tutto autodidatta e spontanea, ma con risultati originali e a volte anche molto discussi. La critica ha sottolineato più volte l’importanza dei temi da lei trattati e il modo nuovo, senza remore e coraggioso con cui lo fa. La sua produzione è ricca e in continua evoluzione e lo ha portato ad organizzare la sua prima esposizione già nel 1990. Nel 1994 fa coming out per la prima volta e dichiara la sua omosessualità.
La sua attività artistica
L’attività artistica di Sadie Benning è davvero eclettica e tutta degna di nota. Basti pensare che è stata la più giovane artista di sempre a presentare un cortometraggio alla Biennale del Museo di Whitney. Tutti i suoi cortometraggi sono il risultato di un’intensa opera di sperimentazione, scrittura ed esplorazione in cui molto spesso la sessualità, in tutte le sue forme, ne è il fulcro. Alcuni esempi permettono di capire il suo acume: in ‘Un anno nuovo’, il suo primo vero video, non compare neppure una volta davanti alla telecamera, ma riprende solo ed esclusivamente gli oggetti della sua vita quotidiana e tramite essi manifesta ed esprime tutta la sua angoscia e senso di dolore per la società in cui vive. Conscia dell’importanza della comunicazione e del valore che questa può avere, utilizza il genere pop per amplificare il suo messaggio raggiungendo un maggior numero di persone. Allo stesso tempo, però, proprio a simbolo e segno della sua contraddizione interiore, critica il genere pop stesso. E’ molto critica nei confronti degli artisti suoi contemporanei, scrittori, registi, attori, compositori… senza nessuna distinzione, che definisce come falsi e costruiti, alla ricerca solo ed esclusivamente del tentativo di intrattenere, senza comunicare davvero la verità più profonda e significativa. E’ solo con l’evoluzione della sua capacità artistica che comincia a mettersi in gioco in prima persona, riprendendo parti del suo corpo, la sua voce o disegnando se stesso. E’ così che, ad esempio, in ‘Se ogni ragazza avesse un diario’ attraverso il suo viso, i suoi occhi, le sue mani narra se stessa e la sua interiorità. Si avvicina anche al mondo della musica, tanto che nel 1998 arriva a fondare una band musicale, la Tigre, che propone brani post-punk femministi, per poi lasciarla nel 2001.
Premi e riconoscimenti
Molti sono i premi e riconoscimenti a livello internazionale ricevuti nel corso degli anni da Benning, come il Premio al Merito dell’Alleanza Nazionale per i Media Arts & Culture, oltre alle molte borse di studio.