Vita e opere di Sadie Benning

Vita e opere di Sadie Benning

Sadie Benning è un’artista americana davvero a 360° che opera e svolge la sua attività nel campo della pittura, della scultura, del suono, del disegno, della fotografia e del video. E’ proprio per questo motivo che viene definita dai critici come un’artista dell’immagine e del suono. Anche i temi trattati sono profondi e importanti e affrontati con estrema serietà e peculiarità, con molta originalità. Tra questi, degli di nota sono l’identità personale, l’ambiguità, l’intimità, la trasgressione e la forza interiore. Insomma si tratta di un vero e proprio genio della natura, uno di quelli che nascono solo una volta ogni tanto.

La vita di Sadie Benning

Benning è nata nel 1973 e cresciuta nel Wisconsin con la madre, una figura molto importante per la sua vita professionale ed artistica successiva. Abbandona la scuola ancora adolescente a causa del disagio in cui era costretta quotidianamente, soprattutto a causa dell’omofobia che gli era rivolta contro. Inizia fin da bambina a girare video anche come emulazione del padre, insegnante di cinema. Si presenta fin da subito come una ribelle, infatti, ad esempio, critica la prima videocamera regalatagli dal padre perché in bianco e nero. Con il tempo si avvicina a tutte le altre arti sonore e visive in maniera del tutto autodidatta e spontanea, ma con risultati originali e a volte anche molto discussi. La critica ha sottolineato più volte l’importanza dei temi da lei trattati e il modo nuovo, senza remore e coraggioso con cui lo fa. La sua produzione è ricca e in continua evoluzione e lo ha portato ad organizzare la sua prima esposizione già nel 1990. Nel 1994 fa coming out per la prima volta e dichiara la sua omosessualità.

La sua attività artistica

L’attività artistica di Sadie Benning è davvero eclettica e tutta degna di nota. Basti pensare che è stata la più giovane artista di sempre a presentare un cortometraggio alla Biennale del Museo di Whitney. Tutti i suoi cortometraggi sono il risultato di un’intensa opera di sperimentazione, scrittura ed esplorazione in cui molto spesso la sessualità, in tutte le sue forme, ne è il fulcro. Alcuni esempi permettono di capire il suo acume: in ‘Un anno nuovo’, il suo primo vero video, non compare neppure una volta davanti alla telecamera, ma riprende solo ed esclusivamente gli oggetti della sua vita quotidiana e tramite essi manifesta ed esprime tutta la sua angoscia e senso di dolore per la società in cui vive. Conscia dell’importanza della comunicazione e del valore che questa può avere, utilizza il genere pop per amplificare il suo messaggio raggiungendo un maggior numero di persone. Allo stesso tempo, però, proprio a simbolo e segno della sua contraddizione interiore, critica il genere pop stesso. E’ molto critica nei confronti degli artisti suoi contemporanei, scrittori, registi, attori, compositori… senza nessuna distinzione, che definisce come falsi e costruiti, alla ricerca solo ed esclusivamente del tentativo di intrattenere, senza comunicare davvero la verità più profonda e significativa. E’ solo con l’evoluzione della sua capacità artistica che comincia a mettersi in gioco in prima persona, riprendendo parti del suo corpo, la sua voce o disegnando se stesso. E’ così che, ad esempio, in ‘Se ogni ragazza avesse un diario’ attraverso il suo viso, i suoi occhi, le sue mani narra se stessa e la sua interiorità. Si avvicina anche al mondo della musica, tanto che nel 1998 arriva a fondare una band musicale, la Tigre, che propone brani post-punk femministi, per poi lasciarla nel 2001.

Premi e riconoscimenti

Molti sono i premi e riconoscimenti a livello internazionale ricevuti nel corso degli anni da Benning, come il Premio al Merito dell’Alleanza Nazionale per i Media Arts & Culture, oltre alle molte borse di studio.

La Roma Green: il Pincio, Villa Borghese e Villa Ada

La Roma Green: il Pincio, Villa Borghese e Villa Ada

Il Pincio è un famoso colle che si trova a nord del Quirinale. Sulla cima del colle si può ammirare tutto lo splendore di Roma. Villa Borghese e Villa Ada sono due dei parchi più grandi di Roma, ricchi di prati, fiori e fontane.

La Storia del Pincio

In tempi antichi, il Pincio era sede di abitazioni di persone ricche. Prima il suo nome era Collis Hortuloum. Il nome Pincio nasce dalla famiglia dei Pinci, che in quel luogo possedeva più dimore di tutti gli altri. Alle pendici del Pincio vi è sepolto Nerone, per suo volere. Nel III secolo, Aureliano fece costruire uno dei templi più sfarzosi e maestosi di allora, chiamato il Tempio del Sole. E’ proprio in questo periodo che comincia la costruzione di monumenti e maestose ville. Dal momento in cui il Pincio divenne un luogo famoso in ogni parte d’Italia, in altre città cominciarono a sorgere parchi simili a quello della città di Roma. La particolarità che accomuna questi parchi è una grande terrazza, dalla quale si può ammirare lo splendore dei luoghi. Il Pincio è ricco di monumenti. Tra i più importanti troviamo la statua di Igea scolpita nella metà dell’ 800; la Fontana di Dionisio, priva di testa, che fu rubata verso la fine degli anni ’90. Più all’interno, si può ammirare una colonna dedicata a Galileo Galilei.

Le bellezze di Villa Borghese e Villa Ada

Villa Borghese è caratterizzata da una lunga distesa di alberi. Nel parco si possono ammirare edifici tra i più importanti di Roma. Il Casale Cenci-Giustiniani, al suo interno, custodisce sculture e affreschi creati da i più importanti artisti dell’800. La Casina del Lago era un piccolo luogo di ritrovo, dove oggi si trova la caffetteria del Museo Carlo Bilotti. La Casina dell’Orologio, oggi sede di uffici comunali, nell’800 era un museo ricco di opere d’arte. Alla fine dello stesso secolo fu distrutto e tutto ciò che era al suo interno venne donato al museo del Louvre. In Villa Borghese troviamo anche dei meravigliosi giardini. In questi giardini fu costruita una enorme meridiana, arrivata intatta fino ai giorni nostri. Villa Ada è stata al centro dell’attenzione per i grandi ritrovamenti archeologici. Sono state riportate alla luce necropoli e catacombe. Villa Ada è ricca di vegetazione, per la maggior parte composta da alberi. Grazie alla sua vastità, ospita una grande quantità di animali, tra cui scoiattoli, conigli e uccelli. Addentrandoci nel parco, troviamo un albero di rara bellezza, la matasequoia, presente sul posto dagli anni ’40. D’estate, all’interno del parco, si organizzano manifestazioni e spettacoli musicali. Durante tali manifestazioni, si festeggia la natura in tutta la sua bellezza e il suo splendore. La parte più bella del parco è detta “Pratone”. Da anni vi si riuniscono giovani artisti di strada, che allietano il passaggio di turisti con le loro canzoni e la loro musica. Il parco ha dato spazio anche a concerti, tenuti dai cantanti più importanti della musica italiana. Negli ultimi anni, purtroppo, la villa è stata deturpata dai rifiuti. Oggi sono gli stessi cittadini ad organizzare la pulizia del parco, grazie all’aiuto di associazioni che tutelano l’ambiente.

La casa di carta: la nostra recensione

la casa di carta

“La casa di carta” è stata una delle serie recenti di più grande successo di pubblico. Il titolo originale è “La casa de papel”, una serie televisiva iberica ideata dal produttore, sceneggiatore e regista Alex Pina. La prima stagione della serie in Spagna è andata in onda su Antena 3 nel 2017. In Italia invece è stata trasmessa da Netflix a partire dal dicembre 2017. La quarta stagione è ormai prossima e andrà in onda a partire dal 18 gennaio 2020, per la gioia di tutti i suoi fan più accaniti.

“La casa di carta”: una serie che divide

La serie ‘La casa di carta’ racconta quella che viene considerata la più grande rapina di sempre. All’interno della zecca di Madrid otto malviventi fanno irruzione per stampare per il popolo oltre due miliardi di euro in banconote da 50. E da qui si dipana una lunga successione di vicende. Una storia che ha conquistato una parte degli amanti della serie tv, ma ha anche ottenuto pesanti critiche da chi non l’ha affatto apprezzata.

L’opinione dei fan

Da una parte ci sono i fan accaniti del Professore e della sua banda di malviventi. Su questo versante si è schierato anche il giornale francese “Le mond” che ha definito la serie come una ‘allegoria della ribellione’. Secondo questa visione la banda di rapinatori non sta commettendo un reato come un qualunque altro gruppo di criminali. Si tratterebbe di un’appropriazione dei mezzi usati di solito dal capitalismo, in barba all’alta finanza che crede di schiacciare tutti. All’interno viene citata anche la rivolta popolare del 2011 de la Puerta del Sol di Madrid. In quel frangente era nato il movimento degli Indignados, che si opponevano all’austerità economica causata dalla crisi dopo la caduta di Lehman Brothers.

“La casa di carta” è ricca di colpi di scena, di paradossi e di situazioni poco credibili, ma è questo a tenere incollate milioni di persone. Non ha una scrittura complessa o grandi interpreti di rilievo, ma è assolutamente unica nel suo genere. Strizza spesso l’occhio al cinema americano, come ai film della serie degli “Ocean’s”. Ma resta un prodotto profondamente spagnolo, basta guardare le maschere di Salvador Dalì che la banda indossa durante la rapina.

Come la pensano i detrattori

Dall’altra parte c’è invece chi proprio non ha amato le stagioni de “La casa di carta”. Per i detrattori della serie si tratta di un prodotto scritto e realizzato piuttosto male. Non solo un racconto noioso, ma addirittura una storia dove l’elemento spagnolo tocca i livelli di una telenovela. Se lo scopo è piuttosto ambizioso, cioè rapinare la banca senza in realtà farlo sul serio, il Professore pare abbia scelto male i suoi collaboratori. Si rivelano un gruppo di pasticcioni male organizzati, arrivando a dubitare anche della mente che li ha selezionati. Personaggi instabili con picchi di personalità variabili e scene organizzate in maniera poco convincente. Intrecci fra le storie dei vari personaggi che risultano non credibili, stiracchiate e poco piacevoli. Con una certa accusa di virare troppo verso la vecchia telenovela di una volta, piena di risvolti pseudo-romantici in una trama ingarbugliata.

Qual è il significato del tatuaggio

qual è il significato del tatuaggio

Il tatuaggio è diventato un vero e proprio rituale tipico della cultura occidentale contemporanea. Soltanto in Italia, i dati riportano che ci sono circa 7 milioni di persone tatuate in questo momento. Un specie di paradosso, a pensarci bene. Nell’epoca della liquidità emotiva e degli ideali traballanti, il tatuaggio si impone come una scelta per sempre.

Il significato dei tatuaggi più diffusi

Un disegno sul corpo costringe l’occhio a concentrarsi sul dettaglio piuttosto che sull’insieme. Un particolare che si distingue per la zona scelta e per la grandezza del tatuaggio. Una preferenza che ricade su temi molto diversi fra loro, con significati personali e originali. Uno su tutti, le rondini, che rappresentano il bisogno di evadere dalla quotidianità e una grande voglia di libertà. Anche i simboli marinari sono ricorrenti nella selezione di un tatuaggio, che esorcizza la paura della morte in mare. Invece demoni, mostri e simboli tetri si legano al lato più oscuro della vita. Animali potenti come leoni, tigri, serpenti rappresentano la forza mentre altri prediligono temi che rimandano a mondi esotici e lontani.

Bisogno psicologico

Il tatuaggio in effetti si è trasformato in un vero e proprio fenomeno di massa negli ultimi anni. Le ragioni che spingono a farsi tatuare sono soprattutto psicologiche. Ad esempio può essere l’emblema della ricerca della propria identità, del superamento di un momento buio o di un bisogno di comunicare.

Non si tratta però di un fenomeno recente, tutt’altro. L’origine risale addirittura all’uomo delle caverne, che si contrassegnava il corpo con delle incisioni irreversibili. Ecco che i motivi psicologici alla base di questa scelta possono essere di vario tipo, ma sempre riconducibili a un bisogno atavico.

Desiderio di comunicare

La spinta psicologica che porta a farsi un tatuaggio può trovarsi nel bisogno di definire l’identità. Esternare la propria essenza diventa fondamentale per i più giovani, ma anche per i soggetti più adulti. Una sorta di passaggio rituale o una cerimonia d’iniziazione in cui si verifica una frattura con il proprio passato. Si esprime con una brama di ribellione, con il desiderio di rimarcare un cambiamento o con la voglia di attuarne uno in futuro.

In questo senso il tatuaggio esprime il suo significato come una scelta molto personale. Ma è anche un tramite per comunicare con il mondo e con gli altri. Un disegno colorato, vivace e gioioso oppure qualcosa di forte, che rompe le regole, dipende da cosa si vuole dire. Un messaggio da esprimere tramite il corpo. Proprio il corpo si trasforma in uno strumento per sottolineare la propria personalità unica e anche per entrare in un gruppo sociale.

Il corpo come veicolo di un messaggio

Proprio quest’ultimo aspetto vale per i ragazzi più giovani. Il tatuaggio simboleggia un vero e proprio rito di passaggio, in cui si dimostra di sopportare il dolore e di essere forti. Un modo come un altro per sentirsi accettati dai propri coetanei e far parte di un gruppo. Tatuaggio anche con una valenza di crescita, per ribadire al mondo la propria maturità psichica e sessuale. Il disegno attrae chi lo guarda e trasmette la maturità di un corpo ormai diventato adulto.

Temptation Island: cos’è e come funziona?

temptation island cos'è e come funziona

Temptation Island è un programma televisivo molto seguito e di grande successo. È strettamente legato al nome di Maria De Filippi per diversi motivi. Nel 2005 lei ha condotto la prima edizione del programma, che si chiamava ‘Vero Amore’. Fra le coppie che partecipano e i single, ci sono spesso ragazzi già visti a ‘Uomini e Donne’ o che poi successivamente partecipano al dating show.

Dopo la prima edizione del 2005, la seconda è arrivata nel 2014, con il nome di Temptation Island che oggi conosciamo. Il programma da questo momento è stato affidato alla conduzione di Filippo Bisciglia, che ancora oggi è il volto dello show. Dopo l’ultima puntata di solito viene mandata in onda un approfondimento speciale in cui si fa il punto della situazione, un mese dopo il reality. Si incontrano nuovamente i protagonisti per capire come si sono evolute le loro situazioni sentimentali una volta fuori da Temptation.

Di solito i protagonisti sono ragazzi sconosciuti oppure già visti in qualche programma come “Uomini e Donne”.

Nel settembre del 2018 però è andata in onda la versione VIP del reality. La conduzione era stata affidata a Simona Ventura, mentre quest’anno passerà nelle mani di Alessia Marcuzzi. In un programma come Temptation Island i veri protagonisti sono le coppie e i single presenti nel villaggio vacanze. La figura del conduttore sembra in apparenza piuttosto defilata, ma invece ha una grande importanza. Nel caso di Filippo Bisciglia si tratta di una presenza discreta, dotata di una grandissima empatia. Nella versione VIP invece, proprio la conduttrice è stata messa a dura prova da una coppia.

Al reality ha partecipato infatti l’ex marito Stefano Bettarini con la giovane attuale compagna e mantenere una certa neutralità non deve essere stato semplice.

Non solo in Italia

Temptation Island va in onda in vari Paesi del mondo, ma si basa sull’omonimo format statunitense.

Nella trasmissione si intrecciano le storie e i sentimenti di alcune coppie non sposate e senza figli. Chiusi in un villaggio vacanze per alcune settimane, le coppie si dividono in due gruppi: da un lato le donne e dall’altro gli uomini. In ognuna delle due zone, i ragazzi si trovano a convivere con i “tentatori” del programma. Ossia ragazze e ragazzi single, che spesso si sono pericolosamente avvicinati ad alcune persone, provocando la fine di una storia d’amore. Ogni settimana i membri delle coppie hanno il rituale appuntamento davanti al falò in spiaggia. Un incontro dolceamaro, dove possono vedere i filmati sui comportamenti dei rispettivi partner nel villaggio.

Alla fine dell’esperienza è previsto l’ultimo falò in cui si tirano le somme. Tra sorrisi, lacrime, abbracci, recriminazioni e baci, si consuma il finale di tutte le storie. I ragazzi possono scegliere di tornare a casa insieme così come sono entrati, oppure vanno via ognuno per conto proprio. In qualche caso, i tentatori hanno fatto breccia nel cuore di uno dei partner, anche al di fuori dell’esperienza televisiva.

Temptation Island 2019

L’edizione di Temptation Island del 2019 è stata disastrosa nel bilancio delle coppie. Delle sei che hanno partecipato al reality, soltanto una è andata via così come era entrata. Le altre cinque sono scoppiate, di cui tre davanti all’ultimo falò.

Sono volate accuse, lacrime, frecciatine, che hanno portato le tre coppie a dire basta. L’ultima puntata è andata in onda il 29 luglio, mentre il 30 c’è lo speciale chiamato “Un mese dopo”, dove si capirà cosa è successo nelle settimane successive ai falò finali.

L’isola della tentazione è in onda su Canale 5, è possibile prendere visione sulla programmazione del canale sul sito  https://www.oggiintv.eu/.

Film girati in Calabria

film girati in calabria

La Calabria ha ospitato spesso le riprese di vari film e fiction di grande successo. Non solo pellicole sul flagello della criminalità organizzata, ma anche ambientate nel passato o storie di fantasia. La bellezza del territorio e i panorami la rendono una location da sogno per un set cinematografico.

Film girati in Calabria dagli anni ‘50

Il fascino che la Calabria ha esercitato sul cinema è cominciato già dagli anni ’50.

Il regista Camerini ha girato nelle terre più selvagge della Sila Piccola, in provincia di Catanzaro. La location ideale per raccontare le vicende del brigante Beppe Musolino, il bandito gentiluomo che si nascondeva sull’Aspromonte. L’attore Amedeo Nazzari si è calato nei panni del bandito in “Il brigante Musolino” del 1950 e nei due film successivi dello stesso filone.

La costa ionica

La Calabria Ionica è stata scelta in più occasioni dai registi come set per raccontare le loro storie.

Risale al 2015 il film per la tv “Le nozze di Laura” di Pupi Avati. Una vicenda che si ispira a diverse parti del Vangelo, in particolare a quella delle nozze di Cana. Il tutto riletto in chiave contemporanea e girato nelle location della Calabria Ionica, come Roseto Capo Spulico, Amendolara e Rocca Imperiale.

Anche a Roseto, Villapiana e Rossano è stata ambientata la commedia firmata da Simona Izzo e finanziata dalla Regione Calabria. “Lasciami per sempre” è stata girata nel settembre del 2015 nella zona dell’alto Ionio cosentino.

Malavita e azione

In Calabria ci sono state le riprese anche di diversi film sul tema della malavita.

Come la fiction del 2007 “Era mio fratello”, una storia in cui due fratelli rappresentano la Giustizia che lotta contro il Crimine. Nel cast attori del calibro di Anna Valle, Massimo Ghini, Enzo De Caro e Maurizio Aiello.

Un’altra pellicola dal ritmo incalzante è stata “In fuga con Marlene”, uscita nello stesso anno. Un road movie che racconta di una rapinatrice evasa dal carcere che intraprende un viaggio avventuroso da Nord a sud, fino in Calabria. Protagonista l’attrice calabrese Monica Guerritore e la splendida cittadina di Amantea, che si affaccia sulla costa tirrenica.

Il paesaggio calabrese

Alcuni film girati in Calabria hanno al centro come protagonista assoluto il paesaggio. Come la fiction Rai “Gente di mare”, girata fra Tropea e Scilla.

Paesaggi meravigliosi anche in “L’uomo che sognava con le aquile”, interpretata da Terence Hill e girata in Aspromonte. La natura si fonde con l’arte nella fiction Rai dedicata alla figura di Artemisia Sanchez, una nobile che si schiera con i più deboli.

Cucina, mare e ospitalità

Parlando di Calabria non si può trascurare il legame indissolubile del cinema con la buona cucina e il mare. Temi che hanno trovato posto nel film del 2007 di Mimmo Calopresti, dal titolo “L’abbuffata”.

La pellicola parla di tre ragazzi della città di Diamante che vorrebbero girare un cortometraggio. Non trovando grande ispirazione nelle storie locali, decidono di contattare il francese Gerard Depardieu. Contro ogni pronostico l’attore accetta la loro proposta e si presenta nella città costiera in provincia di Cosenza. Qui riceve il benvenuto con un pasto sontuoso, a simboleggiare la generosità dell’ospitalità dei calabresi.

La tecnica e gli strumenti del montaggio video

La tecnica e gli strumenti del montaggio video

Il montaggio video

Il montaggio di un video consiste nell’acquisizione di immagini, suoni o sequenze di un video che vengono elaborati accuratamente con l’ausilio di un computer. Per montare correttamente un video occorre scegliere le clip più adeguate selezionando le parti migliori o posizionandole in una sequenza temporale funzionale alle proprie esigenze.

Si tratta di uno strumento molto utile e largamente utilizzato per riprodurre momenti salienti della vita o particolari eventi come un viaggio o un matrimonio e che permette di inserire a piacimento una colonna sonora di accompagnamento per tutta la durata del video.

Sul web è possibile trovare suggerimenti e la spiegazione dei passaggi necessari a realizzare un video di qualità partendo dall’acquisizione degli elementi dalla videocamera all’acquisizione di eventuali effetti speciali da applicare alle scene del video come la modalità bianco e nero o la slow motion.

Uno degli elementi più importanti consiste inoltre nell’unione armoniosa delle scene e nel dare così un tocco professionale a tutto il film. Sono operazioni possibili da attuare in modo semplice anche da persone poco esperte che creano video a scopo puramente amatoriale.

Le tecniche

Una delle capacità più importanti da acquisire e quella del taglio delle scene che deve essere eseguito in modo tale da rendere impercettibile lo stacco agli occhi dello spettatore. Per rendere questo possibile occorre determinare i punti di inizio e di fine dell’inquadratura in base a quella precedente e successiva da associare.

Tra le tecniche di montaggio possiamo elencare quella casuale ossia tutto ciò che avviene nella prima inquadratura costituisce causa di ciò che avviene nella seconda e si tratta del metodo di montaggio video più diffuso.

Con il montaggio alternato invece vengono mostrate due azioni in maniera alternata che possono essere presentate in tutta la loro estensione o in maniera ridotta in modo tale da generare un effetto di tensione.

Il montaggio a contrasto consiste poi nell’inserire inquadrature differenti per contrasto in grado di realizzare una contraddizione come ad esempio la presenza di una scena molto rumorosa dopo una caratterizzata da calma e silenzio. Il Jump Cut è infine una tecnica molto conosciuta che interrompe ad esempio con rapidi cambi di inquadratura, la continuità nello svolgimento del film.

Gli strumenti

Per creare un video eccellente basta avvalersi di appositi strumenti ossia specifici software e programmi capaci di modificare e supportare ogni genere di formato video. Sul web è possibile trovare ottimi strumenti gratuiti, intuitivi e perfetti anche per chi si appresta ad eseguire un montaggio video per la prima volta.

Oltre ai programmi è possibile trovare anche dei tutorial che permettono di realizzare ogni progetto in maniera semplice e veloce dando vita alla creazione di video straordinari. Alcuni software consentono di creare personaggi animati da inserire nel video, aggiungere effetti visivi particolari, personalizzare i suoni e l’estetica delle immagini.

Occorre inoltre avvalersi di un buono strumento di registrazione, nel caso di professionisti sarà preferita una videocamera digitale di qualità che possa garantire una risoluzione adeguata e dei suoni efficienti mentre nel caso di riprese effettuate da principianti vengono spesso utilizzati semplici smartphone. Per ottenere suggerimenti e informazioni sui corsi per il montaggio video ci si può collegare al sito del Fusolab a Roma.

Vikings 5 la nuova stagione

vikings 5 la nuova stagione

Vikings 5 è il quinto capitolo della serie cult canadese ideata da Michael Hirst. Ambientata nel Medioevo, nel IX secolo dopo Cristo, tra la Scandinavia e le isole britanniche, racconta le avventure dei vichinghi intenti alla conquista del mondo.

La serie Vikings che ha debuttato nel 2013, sulla rete televisiva History, ha riscosso un gran successo a livello internazionale, tanto che è in preparazione anche il sesto capitolo, come confermato nelle varie interviste dal creatore e produttore esecutivo Michael Hirst.

Intanto in Italia, la quinta stagione dopo le tv a pagamento può essere vista in chiaro su Rai 4.

Cast

Vikings 5 si compone di 20 episodi, divisi in due parti e vede confermati nel cast gli attori Katheryn Winnick (Lagertha), Gustaf Skarsgård (Floki), Clive Standen (Rollo), Alex Høgh Andersen (Ivar) e Alexander Ludwig (Bjorn). Mentre le novità della nuova stagione sono rappresentate da: Jonathan Rhys Meyers nel ruolo del vescovo Heahmund, e Edge (il cui vero nome è Adam Copeland). superstar del wrestling che interpreta Ketil Naso piatto.

Trama di Vikings 5

Nella quinta stagione di Vikings, Ivar (Alex Hogh Andersen), il più giovane dei figli del re vichingo Ragnar Lothbrok (Travis Fimmel), pieno di rabbia e con sete di vendetta, dopo la morte del padre e l’uccisione del fratello Sigurd, è sempre più deciso a espandere le conquiste dei Norreni, incitandoli attraverso la guerra a muoversi sul territorio inglese e prendendo la guida dell’Esercito di Great Heathen.

Floki, addolorato per la morte della moglie Helga, decide di cambiare vita, abbandonando il popolo vichingo, imbarcandosi su una minuscola barca e affidandosi alla voce degli dei. Bjorn e Halfdan partono per il Mediterraneo, mentre re Harald torna a Kattegat e viene fatto imprigionare dalla regina Lagertha, in quanto mandante dell’attacco fallito al regno. Propone alla regina di sposarlo ma viene rifiutato e riesce a scappare insieme ad Astrid. Dopo aver ceduto le sue terre ai Norenni, con la firma del trattato da parte di Re Ecbert, il figlio Re Aethelwulf, avvalendosi dell’aiuto dello spregiudicato Vescovo Heahmund, cerca di scappare dai pagani, ma non viene seguito dai figli Alfred e Aethelred, che non apprezzano il suo modo di agire. Intanto, Lagertha continua a regnare a Kattegat, cercando di tenere testa alle sempre più agguerrite minacce dei nemici.

Anticipazioni

Il principale evento che caratterizza il quinto capitolo della serie Vikings è la morte di Ragnar Lothbrok, presente nelle prime quattro stagioni e interpretato da Travis Fimmel. Il re viene scambiato con con re Ecbert (Linus Roache), dal re Aelle di Northumbria (Ivan Kaye) viene torturato con ferri roventi, picchiato e buttato in una fossa piena di serpenti velenosi, dove trova la morte. Proprio la brutale uccisone di Ragnar a scatenare la vendetta del figlio Ivar e la sua folle battaglia alla conquista dei suoli britannici. Ragnar Lothbrok non esce di scena dalla serie ma riappare sotto forma di sogno al figlio Ivar e a Lagertha, cambiando il loro destino. In particolare, convincerà il figlio a non uccidere Lagertha.

Body Art, il corpo che diventa oggetto artistico

Body Art, il corpo che diventa oggetto artistico

Con il termine Body Art si intendono una serie di forme artistiche che vedono il corpo umano, dell’artista o di altre persone, che si prestano per questa forma d’arte, diventare un vero e proprio oggetto artistico, una sorta di “tela” su cui creare qualcosa di nuovo, di diverso rispetto al passato.

Esistono oggi diverse forme di Body Art, per una forma d’arte che si perde nella notte dei tempi (già diverse popolazioni primitive coloravano il proprio corpo per scopi rituali o bellici), ma che nasce nella sua accezione moderna negli anni sessanta del novecento, quando è stato coniato questo termine.

L’epoca di nascita di questa forma artistica è particolare, soprattutto a causa del contesto storico di quegli anni: dalla guerra in Vietnam alle sommosse di Berlino, dall’uccisione di Che Guevara alla rivolta dell’Unione Sovietica contro la Primavera di Praga, le performance artistiche che hanno utilizzato il corpo umano come tela sono diventate anche molto forti, tanto da divenire in certi casi pericolose per l’artista stesso.

Body Art: alcune pratiche più comuni

Tra le pratiche che fanno parte della Body Art possiamo distinguere le principali:

Body Paint

Il Body Paint, una delle forme più semplici: in questo caso il corpo, parzialmente vestito o completamente nudo, viene dipinto in modo parziale oppure totale. Il tema può essere vario, si possono trovare delle semplici scritte, oppure delle pitture total-body che ricordano per esempio capi d’abbigliamento specifici (come quelli dei prigionieri), o ancora immagini che richiamano la natura, in cui l’artista si espone in un contesto naturale simile a quello richiamato dal proprio corpo. In alcuni casi, l’artista dipinge il proprio corpo con ferite o mutilazioni.

I Tatuaggi e i Piercing

I tatuaggi e i piercing, oggi considerati per lo più accessori estetici, possono costituire per alcuni delle forme di Body Art, con la differenza che sono più difficili da rimuovere;

La Scarificazione

La scarificazione è una delle forme più cruente di Body Art, in cui la pelle dell’artista viene marchiata a fuoco, per ricordare un comportamento comune in diverse tragedie storiche (come lo schiavismo o la marchiatura degli internati nei campi di concentramento). In questo caso la Body Art ha un gesto per lo più simbolico, di critica sociale;

Performance Estreme

Le performance estreme, in cui il corpo non viene dipinto, né modificato, ma sottoposto a situazioni che mettono in pericolo la situazione fisica o psichica dell’artista stesso, come l’essere sotterrato oppure dover sopportare il fuoco per diverso tempo. Anche in questo caso l’obiettivo è generalmente una critica sociale.

La Body Art oggi

Le performance artistiche più crude che hanno riguardato la Body Art appartengono per lo più ai decenni già trascorsi, mentre oggi questa pratica inizia ad avere un’accezione un po’ diversa, anche per merito delle nuove tecnologie a disposizione.

Oggi la Body Art è diventata quasi un sinonimo delle tecniche di tatuaggio a scopo per lo più decorativo (invece che artistico), ma possiamo individuare anche altre forme. Fanno parte della Body Art, per esempio, le pratiche di danza artistica, in cui il corpo non è dipinto ma si muove, spesso in sintonia con i corpi di altri artisti; alcuni artisti poi hanno unito le tecnologie all’arte attraverso l’impianto di protesi, fisse o mobili, a simboleggiare l’incontro tra la nuova tecnologia e il corpo.

Un’altra forma di Body Art e interazione con le tecnologie sono gli impianti sottocutanei, in cui il corpo diventa un input per l’attivazione di macchine elettriche. Alcuni artisti, poi, hanno modificato il proprio corpo con tecniche di chirurgia estetica a scopo puramente estetico ma anche di critica sociale.

La Body Art può essere quindi definita come un’arte in continua evoluzione e in continuo divenire, che sarà destinato nei prossimi anni a mutare ulteriormente, in linea con il contesto storico e, nella sua concezione più generale, artistico dell’epoca in corso.

Tracker serie tv: le migliori app per Android per seguire le serie tv

tracker serie tv

I tracker serie TV costituiscono uno di quegli strumenti che la tecnologia innovativa mette a nostra disposizione per coltivare le passioni individuali. Molti sono appassionati di serie TV, e hanno a disposizione delle app per Android per tenere traccia di tutte le informazioni che riguardano le loro serie preferite.

Ma quali sono le migliori app per Android per seguire le serie TV? Ce ne sono davvero tante sul Play Store di Google, fortunatamente la redazione del sito Androiday ci ha dato un aiuto a trovare quelle che un vero appassionato di serie tv non puo non avere.

Scopriamo quindi quali sono le più comode e le più interessanti, che ci consentono sempre di non perderci mai nulla di ciò che riguarda tutto ciò che ci piace in televisione in tema di serie.

Hobi

Hobi è un’applicazione per Android che potremmo definire come un vero e proprio promemoria. Se non vogliamo mai perderci un episodio del nostro spettacolo televisivo preferito, con Hobi possiamo tracciare le nostre serie televisive semplicemente facendo tap sulla serie che ci piace.

In questo modo riceveremo una notifica che ci informa del lancio di una nuova stagione oppure verremo avvisati quando sta per iniziare una nuova puntata. Inoltre Hobi ci consente di esplorare serie TV popolari, come per esempio Silicon Valley, Pokemon o Game of Thrones e fornisce una guida agli show televisivi.

Possiede una comoda funzionalità ricordami, in modo da non dimenticarci mai ciò che ci interessa di più in televisione. Con questa applicazione possiamo scegliere le serie che più ci piacciono, poi le impostiamo come preferite e riceveremo le notifiche per restare sempre aggiornati e per non perderci alcuna puntata.

Molto interessante l’interfaccia grafica di questo tracker serie TV, davvero intuitiva e capace di integrare le funzionalità più utili per la gestione completa del panorama delle serie televisive che più ci piacciono.

Se abbiamo uno smartphone con sistema operativo Android, possiamo scaricare direttamente l’applicazione da Google Play, per impostarla sul nostro dispositivo e configurarla come più ci piace, per avere a disposizione molte funzionalità che ci renderanno davvero più facile la procedura di orientarsi tra la variegata offerta TV.

TV Time

Da non perdere nemmeno un’altra app per Android per gli appassionati della televisione. Si tratta di TV Time. È sempre molto utile per non perdersi niente delle nostre serie preferite, per scoprire altre serie che magari non conosciamo, per tenere sempre sotto controllo gli orari in cui andranno in onda e per commentare gli episodi.

TV Time mette a nostra disposizione dei consigli personalizzati e attraverso questa app possiamo creare perfino una guida personalizzata con l’opportunità di inserire un conto alla rovescia che scorrerà fino a quando inizierà il prossimo episodio.

Quando vanno in onda nuove puntate riceviamo delle notifiche. Possiamo votare i personaggi preferiti, possiamo esprimere le nostre impressioni, utilizzando anche meme e video.

Inoltre, se vogliamo saperne di più sugli episodi che maggiormente ci piacciono, TV Time ci consente di rintracciare degli articoli, dei video oppure dei podcast a tema.

Chi vuole può anche mettersi alla prova con quiz divertenti che riguardano proprio gli argomenti più importanti delle serie TV oppure può cimentarsi in sfide con altri fan degli spettacoli televisivi.

In definitiva possiamo dire che TV Time è un’altra di quelle applicazioni per Android dedicate a tutti coloro che sono soliti guardare la TV utilizzando il loro dispositivo mobile.